Api
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Le api sono senz’altro gli insetti
sociali più conosciuti. Fin dalla preistoria
l’uomo ha imparato ad utilizzare i loro prodotti
ed è per questo che esse sono anche tra gli
insetti più studiati.
Apis mellifera è la specie che viene universalmente
utilizzata per l’apicultura anche se altre specie
del genere Apis possono essere sfruttate dall’uomo.
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(Nei Paesi del Sud Est Asiatico, zona di origine di questo
genere, sono infatti comuni anche Apis florea (l’ape
nana), Apis cerana e Apis dorsata (l’ape gigante). Le
razze di Apis mellifera che si ritrovano nel nostro paese,
comunemente utilizzate nelle pratiche apistiche, hanno indole
piuttosto mite, non così può dirsi per le “api
africanizzate”, adesso comuni in America Latina e nel
sud degli Stati Uniti. Com’è noto queste api
sono il frutto di incroci tra sottospecie africane e sottospecie
americane ed hanno la brutta fama di essere estremamente aggressive.
Le api sono insetti utili all’uomo ed indispensabili
per l’impollinazione di alcune piante; la loro diffusione
sul territorio è perciò molto ampia. Alcune
caratteristiche delle loro società le rendono capaci
di adattarsi a climi abbastanza diversi tanto in pianura che
in montagna. Sebbene l’uomo sia in grado di regolare
la loro nidificazione costringendole a nidificare nei suoi
alveari, è facile ritrovare colonie “selvatiche”
installate in luoghi protetti quali alberi cavi, vecchie costruzioni
ecc.
Il nido dell’ape è formato da favi costituiti
da migliaia di cellette costruite con la cera, una secrezione
prodotta da ghiandole gastrali delle operaie. Un nido può
essere composto da vari favi verticali posti uno accanto all’altro
con l’asse delle cellette mantenuta quasi orizzontale.
Nelle cellette vengono allevate, con miele e polline, le larve
di operaie e di maschi sviluppatesi da uova deposte dalla
regina. Le larve delle regine vengono invece allevate in speciali
celle disposte al margine dei favi.
L’allevamento delle regine inizia quando la colonia
comincia a superare un certo numero di individui. A questo
punto la vecchia regina lascia il nido con una parte delle
operaie e lo sciame così formato va a fondare una nuova
colonia. Una sola delle nuove regine sopravvive e, dopo essersi
accoppiata in un volo nuziale, torna al nido dove inizia a
deporre le uova. In inverno la colonia subisce una riduzione
di individui e sopravvive utilizzando le riserve zuccherine
accumulate durante la buona stagione; ai primi tepori della
primavera le operaie sono pronte al foraggiamento e la vita
attiva della colonia ricomincia.
La difesa della colonia è essenziale per tutti gli
insetti sociali, i membri di una società devono difendere
non solo se stessi ma anche la prole immatura, le riserve
alimentari e lo spazio vitale costituito dal nido. La vita
del singolo è messa al servizio della comunità
e questo spiega i comportamenti assai aggressivi presentati
da questi insetti quando la loro colonia risulta minacciata.
Anche le api sono in grado di usare egregiamente il loro
pungiglione per la difesa della colonia; alcune caratteristiche
dell’aculeo, molto seghettato rispetto a quello delle
nostre vespe, fanno sì che questo rimanga spesso infisso
nella pelle del nemico dove continua a riversare il veleno
pompato dal serbatoio delle ghiandole che lo producono.
Le api guardiane sono quegli individui che stazionano all’entrata
dell’alveare a difesa dell’entrata del nido. Esse
sono particolarmente aggressive in periodi di scarso raccolto
quando sono probabili le incursioni di api estranee alla ricerca
di scorte alimentari. Secondo alcuni autori si individuano
varie zone attorno ad un alveare caratterizzate dalla maggiore
o minor possibilità di essere attaccati. Il perimetro
difensivo costituisce la zona dove più facilmente si
possono registrare attacchi e si estende al massimo per un
raggio di una dozzina di metri attorno all’arnia. I
corridoi aerei che si dipartono dal nido vengono invece detti
piste; costanti nel tempo, questi corridoi si situano ad un’altezza
di 5-10 metri da terra con una larghezza di 2-4 metri vicino
al nido, ma possono abbassarsi in condizioni di brutto tempo.
In queste piste possono essere comuni attacchi da parte delle
api anche a distanza considerevole dal nido. Nelle zone in
cui le api si recano a bottinare, le cosiddette aree di raccolta,
i fenomeni di aggressività nei confronti dell’uomo
sono di bassa intensità. Vicino al nido, comunque,
i fenomeni di aggressività sono raramente isolati in
quanto sostanze chimiche (feromoni) che si sprigionano dal
pungiglione della prima ape che punge sono in grado di richiamare
e guidare sull’obiettivo altre api.
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Morfologia
Il corpo dell'ape è costituito da un esoscheletro
chitinoso la cui rigidità lo fa apparire come
scheletro esterno. Tuttavia a livello delle articolazioni
l'involucro rimane elastico e sottile.
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